Ishoku-dogen: “Il cibo è come una medicina”
Da recenti studi si è notato che in alcune zone del Giappone la popolazione è costituita da un numero elevatissimo di centenari e ultracentenari in uno stato eccezionale di salute fisica e mentale. Ci si ammala meno di Alzheimer, obesità, diabete o ictus; le malattie cardiovascolari sono inferiori dell’80% rispetto agli Stati Uniti, i tumori sono il 40% in meno e perfino l’osteoporosi ha un incidenza più bassa, come inferiori sono i livelli di colesterolo nel sangue.
Analizzando la loro alimentazione si è visto come risulti fondamentalmente ipocalorica (1.100 calorie giornaliere) e basata principalmente su vegetali, tanto pesce, riso, soia e alga kombu; il tutto con una spolverata di curcuma.
Le proprietà delle curcuma
Colore caldo e brillante, un tipico sapore pungente e facilmente riconoscibile; considerata una spezia sacra in India e tra farmaci naturali della medicina ayurvedica; la curcuma è uno degli alimenti più analizzati dai ricercatori tanto che solo negli ultimi 4 anni hanno pubblicato più di 400 ricerche sulle sue proprietà terapeutiche. Recentemente è stato creato un database CRBD (Curcumin Resource Database) per facilitare l’accesso razionale e funzionale a tutti i dati rilevanti e a tutte le relative informazioni che riguardano la curcumina e i suoi analoghi; attualmente il database comprende lavori riguardanti 1.186 analoghi della curcumina, 195 bersagli molecolari, 9.075 pubblicazioni (peer reviewed), 489 brevetti 176 varietà di Curcuma Longa.
In particolare l’attenzione è catturata dalla curcumina, il pigmento che conferisce il tipico colore giallo intenso alla polvere e che sembra instaurare molti rapporti con il nostro corpo tra cui:
- Miglioramento della quantità di zuccheri nel sangue
- Aumento del colesterolo “buono” HDL a discapito di quello dannoso (LDL)
- Diminuzione dei livelli di fibrinogeno, proteina necessaria al meccanismo di coagulazione dei sangue (diminuzione del rischio di trombi)
- Riduzione dello stato infiammatorio
L’effetto antinfiammatorio della curcuma risulta essere la componente più rilevante, tanto è vero che ha aperto le porte a numerosissime possibili applicazioni tra cui la cura di alcune patologie quali fibrosi orale sottomucosa, artrite, cefalea e anemia infiammatoria. Nel caso delle anemia infiammatorie la curcumina agisce riducendo i livelli di epcidina ipersecreta [prodotta in eccesso] negli stati infiammatori; quest’ultima in quantità elevate ha un’azione inibente sulla ferroportina, e quindi sul trasporto del ferro a livello ematico con sideropenia. Proseguendo questa strada si è arrivati a considerare anche un coinvolgimento della curcumina nelle terapie antitumorali.
Le proprietà antitumorali della curcuma
Il primissimo studio sulla curcumina risale agli anni ’70, quando un gruppo di ricercatori indiani, dimostrò il suo effetto ipocolesterolemizzante [cioè in grado di abbassare i livelli ematici di colesterolo] sui ratti.
Circa 20 anni fa fu invece il Prof. Bharat Aggarwal a fare un’importante scoperta. Aggarwal fu il primo a purificare il TNF (Fattore di Necrosi Tumorale), una potente citochina ad azione antitumorale prodotta dal nostro organismo.
Questa molecola, infatti, è in grado di distruggere le cellule tumorali, ma solo se rilasciata localmente; se invece circola liberamente nel sangue ha un effetto totalmente opposto, cioè ne facilita la crescita: il TNF stimola un’importante fattore di trascrizione, l’NF-KB, che a sua volta attiva una serie di geni coinvolti nell’infiammazione e nella proliferazione cellulare.
Questa associazione tra infiammazione e proliferazione cellulare fece tornare Aggarwal indietro con la memoria alle sue radici indiane. Gli venne in mente che la Medicina Ayurveda utilizza la curcuma come efficace rimedio antinfiammatorio. Allora, la mise a contatto con le colture cellulari e, con sua grande sorpresa, l’attività di alcune citochine, quali il TNF e del fattore di trascrizione NF-KB, fu prontamente bloccata.
Egli fu in grado di dimostrare che è soprattutto la curcumina a possedere la capacità di inibire questi fattori ed impedire la replicazione e la diffusione delle cellule tumorali.
Ad oggi studi indipendenti riguardanti le proprietà antitumorali della curcuma hanno dimostrato che risulta essere potenzialmente efficace nel trattamento di 5 tipologie di tumore maligno attraverso alcuni specifici meccanismi d’azione:
- inibizione della proliferazione delle cellule tumorali agendo sul fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF)
- induzione di apoptosi cellulare [morte cellulare programmata]
- inibizione dell’invasività e delle metastasi (blocco delle molecole di adesione)
- soppressione dell’infiammazione tramite l’inibizione di COX-2 e 5-LOX
Prospettive future
Nuove frontiere portano ad un collegamento anche tra la curcumina è l’Alzheimer: una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Neurology nel 2008 ha svelato che il nostro “oro giallo” oltre ai meccanismi già ampiamente trattati possiede anche proprietà antiossidanti e disintossicanti naturali che aiutano a migliorare la memoria nei pazienti con demenza. È stato infatti osservato che i curcuminoidi sono in grado di attraversare la Barriera Ematoencefalica, e questo apre la porta a numerose opportunità ancora da valutare.
La Curcumina: un’importante smartmolecules
La più recente e straordinaria frontiera della ricerca in ambito nutrizionale si basa sullo studio delle smartmolecules, ovvero tutti quei cibi in grado di dialogare con il DNA silenziando geni dell’invecchiamento (ad esempio il gerontogene Tor) e attivando geni della longevità. Mentre fino a non molto tempo fa nutrizione e genetica correvano su due binari paralleli, adesso convergono in due discipline emergenti: nutrigenetica e nutrigenomica, incaricate di studiare le due forme di relazione tra alimenti e DNA. SmartFood è un progetto di ricerca promosso dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO) che ha come scopo individuare strategie per la modulazione dell’alimentazione al fine di ridurre il rischio di malattie croniche e aumentare l’aspettativa di vita, selezionando cibi contenenti smartmolecules come ad esempio la curcumina.
Consigli pratici
Ma questo punto, come possiamo utilizzarla? Non bisogna convertirsi per forza alle ricette orientali, basta ogni tanto un cucchiaio della spezia a fine cottura con il vantaggio non da poco di ridurre il sale; non ha alcun effetto collaterale, anche se qualche cautela in più va utilizzata nei pazienti che assumono anticoagulante proprio per le sue capacità di agire anch’essa come fluidificante. La polvere si scioglie facilmente nell’acqua di preparazione di verdure, primi, legumi o si spolverata sul pesce.
Per aumentare la biodisponibilità della molecola Smart è importante associarla ad una fonte di grasso (es. olio extravergine di oliva o olio di semi) e al pepe nero (la piperina potenzia gli effetti della curcumina).
In alternativa la possiamo trovare nella senape (identificata dalla sigla E100) ideale per condire insalatone, tartare di carne o hamburger; senza contare che è alla base di tutte le miscele di curry. Inoltre disciolta con un po’ di miele in acqua non troppo calda è un ottimo rimedio contro influenza raffreddore.
“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo” Ippocrate
Per alcuni esempi di ricette con la curcuma:
Vellutata di zucca con erbette, semi di lino e curcuma
Zuppa di fagioli con pasta integrale
Bibliografia:
- “Curcumin: an orally bioavaible blocker of TNF and other pro-inflammatory biomarkers” Br J Paharmacol 2013 Aug – Bharat B Aggarwal, Subash C Gupta, Bokyung Sung.
- “Curcuma decreases serum hepcidin levels in healthy volunteers: a placebo-controlled, randomized, double-blind, cross-over study” Fundam Clinton Pharmacol 2017 Oct – Lainé F, Laviolle B, Bardou-Jacquet E, Faith N, Jezequel C, Collet N, Ropert M, Morcet J, Hamon C, Reymann JM, Loréal O (Inserm, Centre d’investigation Clinique 1414, CHU Rennes, F-35033, Rennes Francia.
- “Effects of turmeric on uremic pruritus in end stage renal diseases patients: a double-blind randomized clinical trial” J Nephrol 2014 Apr – Pakfetrat M, Basiri F, Malekmakan L, Roozbeh J (Department of Internal Medicine, Shiraz Nephro-Urology Research Centre, Shiraz University of Medical Sciences, Shiraz, Iran.
- “Clinical evaluation of the role of tulsi and turmeric in the management of oral submucous fibrosis: a pilot prospective observational study” J Ayurveda Integrated Med 2015 – Srivastava A, Agarwal R, Chaturvedi TP, Chandra A, Singh OP (Banaras Hindu University, Varanasi, Uttar Pradesh, India.
Sitografia: