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Dalla relatività alla necessità dei valori

“Il valore di una persona dipende dal numero di cose delle quali si vergogna” (George Bernard Shaw) Il dibattito etico attorno alla necessità dei valori è indubbiamente di grande attualità, non solo nel nostro paese, ma anche a livello mondiale. L’esigenza di creare nuovi contesti e spunti su cui riflettere richiede un pensiero aperto e […]

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“Il valore di una persona dipende dal numero di cose delle quali si vergogna” (George Bernard Shaw)

Il dibattito etico attorno alla necessità dei valori è indubbiamente di grande attualità, non solo nel nostro paese, ma anche a livello mondiale. L’esigenza di creare nuovi contesti e spunti su cui riflettere richiede un pensiero aperto e capace di cogliere le soluzioni necessarie a garantire una sempre più viva etica materiale dei valori. Il tema che spesso domina il pensiero moderno è la cosiddetta “cultura dell’irenismo”, dove tutto va bene e dove tutto si può fare, senza limiti né freni. La presenza o assenza di valori è più o meno incisiva nel nostro modo di pensare. Se ciò che io riconosco come caratterizzato da valori non è un fatto, ma è un’idea vitale, risulta ben difficile prendere le distanze dal vitale. Ragionando in termini irenisti si rischia di relativizzare qualsiasi cosa, perdendo la sensibilità per i segni negativi che ci spingono a renderci conto di ciò che viviamo.

Quante volte ci è capitato di sentire dire la classica frase: “viviamo in un mondo senza valori”, “dobbiamo recuperare i valori”, “abbiamo perso tutti i valori”? Moltissime volte. E questo non ci fa pensare? Non ci spinge a riflettere per poter agire di conseguenza? O ci piace solamente denunciare questo superficiale epilogo al quale stiamo andando incontro senza far nulla? Desiderare di recuperare i valori è e deve essere cosa buona e giusta, per diversi motivi. Con i valori noi siamo persone diverse, i valori ci cambiano, trasformano la nostra vita, ci fanno capire cosa è bene e cosa è male, ci rendono persone autentiche e che sanno convivere con i propri difetti in modo molto realistico e senza farne un peso. I valori sono la base del nostro vivere, sono la linfa delle relazioni, l’acqua per qualsiasi sentimento arido e impoverito. Con i valori noi possiamo inondare il nostro piccolo mondo in cui viviamo di speranza e continuità. Insomma, i valori sono tutto. La ricerca di essi e l’impegno nel viverli aprono le porte al dinamismo interiore, al discernimento che guida qualsiasi uomo al giusto agire.

Max Scheler, grandissimo filosofo tedesco dei primi del Novecento e autentico maestro di vita, ha saputo rispondere al probscheler_maxlema della fondazione dell’etica dei valori con una delle sue opere più importanti, “Il formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori“. L’obiettivo di essa è costituito dal formalismo etico, proprio della teoria kantiana. In tono del tutto polemico si pone contro Kant, che aveva eliminato il sentimento e le emozioni dalla vita morale ed aveva scorto il fondamento della morale in una legge universale della ragione, puramente formale e priva di contenuti, la quale comanda incondizionatamente, a prescindere da ogni esigenza di felicità. Secondo Scheler, invece, la vita morale include costitutivamente sentimenti ed emozioni: soltanto essi, infatti, ci consentono di accedere ai valori. L’etica dunque non è puramente formale, ma è dotata di un proprio contenuto a priori dato dall’intuizione emozionale dei valori.

Il passaggio dalla relatività alla necessità dei valori, quindi, apre al strada ad un’autentica dimensione morale, dove ciascuno è chiamato a dare senso alla propria dignità, che è capacità di avere occhi e distanza per dare valore a tutto ciò che vive. I valori e i loro ordinamenti brillano nello scambio vivo col mondo (sia esso psichico, fisico, o altro ancora), nell’amore, nell’odio, ossia nella pienezza di quegli atti intenzionali che rendono l’uomo eticamente autonomo.

valoriNel difficile e tortuoso cammino della vita, i valori che l’uomo può e deve recuperare per ritornare ad essere veramente se stesso sono tutti quegli atteggiamenti che lo rendono felice e capace di discernere ciò che è bene e ciò che è male. Solo così facendo egli sarà in grado di orientare tutta la propria vita in un orizzonte di valori che non avrà mai fine, un orizzonte che parla di vita, che vive di assoluto. 

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