Cosa significa davvero “essere in salute”? Sapremmo descrivere in modo oggettivo cosa intendiamo con quando diciamo che “stiamo bene”? Non vi è nulla di più difficile di voler raggiungere un obiettivo e non riuscire bene a definirlo.
Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità” (1946). Questa definizione sancisce un’importante evoluzione nella concezione della salute: non più come l’assenza di alterazione, ma qualcosa che va oltre. A dire la verità una dicitura del genere apre le porte a parecchie aspettative e difficoltà. Come raggiungere questo “completo benessere fisico”?
La salute, poi, come affermato nella “Carta di Ottawa”(1986), è un pilastro indispensabile per andare a costruire una società migliore: “Grazie ad un buon livello di salute l’individuo e il gruppo devono essere in grado di identificare e sviluppare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente e di adattarvisi” Laddove ci sia benessere si pongono le basi per un benessere ancora superiore: quello della comunità. La comunità a sua volta dovrebbe venir messa nelle condizioni di soddisfare le esigenze dei singoli, aumentandone il livello di salute, e arrivando a creare un vero e proprio circolo virtuoso.
Un concetto davvero complesso
Pensiamo alla vita di tutti i giorni. Posso avere degli esami perfetti eppure di tanto in tanto soffro di bruciori di stomaco per l’eccesso di ansia. Sono sano o sono malato? Oppure ancora per il troppo lavoro di tanto in tanto mi vengono le palpitazioni. Sono sano o sono malato? Sto benissimo (carta canta!) ma ho paura di avere qualcosa (sono ipocondriaco) e non sono sereno. Sono sano o sono malato?
Poi mi guardo intorno e vedo che c’è ci ha problemi ben più gravi dei miei ed invece è sereno ed ogni volta che chiedo “come stai?” la risposta pregna di sincera convinzione è “benissimo!”. Ma è davvero malato se è così sereno e non si sente limitato dalla sua patologia?
Questi sono esempi di quotidiana normalità che servono ad indirizzare l’attenzione su una verità: se la salute è pur sempre prevalentemente oggettiva, vi è una componente soggettiva che può fare la differenza. La serenità e la convinzione con cui ci si approccia al proprio stato di salute fisico modifica in modo importante la salute globale.
Bastano i sintomi per avere una malattia?
Quando ci si rapporta al binomio salute-malattia viene sempre da mettere un “aut aut”, o c’è l’una o ce l’altra. Avere qualcosa che non di dovrebbe (un batterio, un virus,…) o non avere qualcosa di necessario (l’insulina, la funzionalità renale,…) fanno sì che si passi dal benessere ad uno stato di malattia.
Ma se non fosse così? Se incominciassimo a prendere in considerazione anche tutte quelle condizioni, quei comportamenti che pian piano creano le basi per l’insorgenza di sintomi visibili e tangibili? Magari nel corso di qualche mese, magari per interi anni…ma se prima o poi l’accumulo di comportamenti sbagliati andasse a sfociare in una manifestazione di vera e propria malattia, allora sarebbe più opportuno parlare di continuum tra salute e malattia. in cui per noi, a livello oggettivo, è più facile vedere gli estremi.
Noi non disponiamo di parametri per misurare il livello di salute, ma solo per valutare il livello di malattia. Questo forse perché solo negli ultimi anni la salute si sta davvero concentrando sulla parte di prevenzione e di promozione del benessere (un esempio è la tecnologia positiva, che promuove le capacità e le risorse del singolo, anziché indirizzarsi sulle lacune e problematiche varie).
Una definizione
Scrive Hari Sharma:
“Ma la salute è molto più di semplice assenza di malattia. E’ uno stato di completo equilibrio a livello di corpo, mente e coscienza; uno stato di felicità ottimale, uno stato integrato di equilibrio e e benessere emotivi, di flessibilità psicologica e di energia. E’ uno stato attivo di autorealizzazione, in cui la persona vive e respira il proprio pieno potenziale. In questo modello salute e malattia formano due estremità di un continuo, con il completo equilibrio a un estremo, e lo squilibrio fisiologico che si manifesta come malattia e invalidità, all’altro estremo. Nello stato di completo equilibrio la persona beneficia di un’enorme resistenza contro gli attacchi ambientali. La sua fisiologia è flessibile ed adattabile, in grado di riprendersi con facilità dalle sfide ambientali. Dal punto di vista psicologico riesce a far fronte agli stress quotidiani e a mantenere l’equilibrio di fronte a gravi avversità. Quando l’organismo perde il suo equilibrio, si deteriora l’intera capacità di resistenza della persona, che comincerà a spostarsi verso la metà del continuo salute-malattia e a essere colpita dai modesti malanni […]: problemi digestivi, mal di testa, sanguinamento delle gengive, insonnia, crampi alle gambe, dolori non ben definiti, affaticamento, irritabilità, cambiamenti dell’umore, depressione e così via. Sono i disturbi tipici dei cosiddetti “sani preoccupati“, com’è stato definito dai medici quel grande gruppo di pazienti che non presentano alcun sintomo diagnosticabile di malattia”
Questa definizione va ad approfondire i vari punti e ad evidenziare la meravigliosa complessità racchiusa nel concetto di salute. “La salute è la piena espressione dell’integrità, della complessità e della totalità auto-organizzante che anima le dinamiche della fisiologia umana.”
Su questa scia si comprende anche meglio il concetto di guarigione. La radice dei termini inglesi che definiscono guarire (heal) e salute (health) è “hal”, che significa “integro, intero”. Ciò significa che nell’idea di guarigione è proprio radicata l’idea di ripristino dell’integrità della fisiologia.
Verso una salute migliore
Se si smette di considerare l’individuo semplicemente o sano o malato, si capisce che non basta più pensare di curare i problemi solo una volta in cui la patologia si sia manifestata in tutta la sua potenza. Se si parte dal presupposto che esiste questo continuum tra salute e malattia appare chiaro come queste due condizioni possano coesistere lungo un continuo di equilibrio e squilibrio fisiologico. Ecco allora che lo sforzo si sposterà verso la rimozione e la neutralizzazione di quei fattori che sbilanciano verso l’estremo della malattia.
Questo non significa eccessiva medicalizzazione, anzi. Non significa nemmeno andare a sfociare in paramedicina o stregoneria. Significa diventare coscienti che non tutti i problemi piombano dal cielo, e che noi giochiamo un ruolo cruciale nel mantenimento della nostra salute e nell’arresto dei suoi peggioramenti. E Il Sentiero della Salute si propone esattamente di mettere a disposizione strumenti che consentano di gestire al meglio la vita di ogni giorno. Se anche questo non riuscisse ad impedire l’insorgere di qualsiasi malattia, rende in ogni caso ognuno di noi attivo e proattivo nell’intento di stare meglio possibile. E non vi è nulla di più importante e di più nobile di essere partecipi della propria salute!
Per iniziare da subito:
Obiettivo salute: vivere meglio in 4 mosse
L’approccio attivo alla cura: il mio benessere dipende da quanto ci investo