Non penso mai al futuro. Arriva così presto. (Albert Einstein)
Partendo da questa provocatoria citazione di Einstein, che a ben dire aveva ragione nel considerare il futuro come un susseguirsi continuo ed imminente del tempo che viene, la riflessione che qui si vuole proporre riguarda un tema molto caro a tutti gli uomini, ovvero quello del “DOMANI”. Durante tutto il corso della vita l’uomo pensa a come sarà il suo futuro, attraverso progetti e sogni, ma quante volte riflette sulla reale importanza del domani? Quante volte immagina realmente il suo futuro senza illusioni varie?. Obiettivamente parlando, il sogno del domani è il solo mezzo che abbiamo per poterlo rendere reale, dato che non possiamo ancora viverlo. Tutto ciò che l’uomo già ora fa e compie, però, è un punto di partenza certo per quello che sarà il disegno del suo futuro.
Pensare al “domani” non vuol dire tralasciare l’interesse per il presente che si sta vivendo. Riflettere sul domani è una cosa molto importante, perché permette di aprire la mente e capire meglio il senso che si vuole dare alla propria vita. Vuol dire mettersi in discussione, fare il punto della situazione, chiarire eventuali progetti e prospettive. Insomma, detto con una parola, riflettere sul domani significa “amare il tempo” che abbiamo. Tutto questo è solamente frutto di congetture matematiche che rendono l’uomo schiavo del “deve andare così” oppure è conseguenza di una continua sensibilità che spinge gli individui a sognare in grande e senza falsi limiti?.
Immanuel Kant, celebre filosofo, viene incontro a tali interrogativi con un concetto fondamentale, quello di “estetica trascendentale”, dove il temine estetica significa “sensibilità” (intuizione sensibile) e dove il termine trascendentale significa “riflessione su spazio e tempo”. Tralasciando qualsiasi tipo di spiegazione filosofica che rischierebbe solamente di complicare la situazione, ciò che conta capire è che l’uomo, su chiaro consiglio anche di Kant e di moltissimi altri pensatori, deve cominciare a vivere il suo domani. Non solo a livello di pensieri e sogni, ma proprio attraverso l’esperienza concreta. Come? Con uno stile di vita che sia degno, moralmente impostato, attraverso esperienze significative e forti, attraverso relazioni belle e durature. Amare ciò che si è, apprezzare ciò che si fa, per diventare ciò che sempre si è voluto essere.
Ecco il segreto e la finalità del “pensare al domani”, che non è solamente porsi delle domande su come o su cosa si debba fare; non è solo far entrare nella testa pensieri relativi al futuro e alle problematiche ad esso connesse. Pensare al domani è vivere già da ora questa dimensione futura. Pensare al domani è comportarsi in maniera tale da essere pronti a sorridere davanti alla propria realizzazione. Pensare al domani, infine, significa dare un orientamento diverso alla vita, che non vuol dire disinteresse nei confronti del “carpe diem” quotidiano, bensì una perfetta unione di tutto. Un bell’esercizio, insomma, di chi non si accontenta di “vivere il presente” ma tende a qualcosa di più alto e nobile.
“La speranza equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi”. (A. Camus)
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