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La Distinzione come antidoto al Conformismo

“L’individuo ha sempre dovuto lottare per non essere sopraffatto dalla tribù. Se lo provate, sarete spesso soli, ed a volte spaventati. Ma nessun prezzo è troppo alto da pagare per il privilegio di possedere se stessi”.  (Friedrich Nietzsche) In un mondo come il nostro è difficile non imbattersi, prima o poi, nel complesso vortice del […]

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“L’individuo ha sempre dovuto lottare per non essere sopraffatto dalla tribù. Se lo provate, sarete spesso soli, ed a volte spaventati. Ma nessun prezzo è troppo alto da pagare per il privilegio di possedere se stessi”.  (Friedrich Nietzsche)

Nietzsche-274x300In un mondo come il nostro è difficile non imbattersi, prima o poi, nel complesso vortice del “Conformismo”. Tutti quanti, in un modo o nell’altro, siamo presi e condizionati da esso: pensieri, atteggiamenti, oggetti materiali, stile di vita, comportamenti. Questa tendenza ci appartiene e spesso ci coinvolge così tanto che facciamo quasi fatica a staccarci per tornare in noi stessi. Ecco il punto centrale della presente riflessione: Saperci distinguere per non cedere al conformismo e, di conseguenza, alla perdita totale della nostra essenza e identità. Nietzsche aveva ragione quando parlava della vita come una “lotta”. Una battaglia continua contro ciò che ci vuole cancellare, escludere, demolire. Che cosa vuol dire quindi Distinguersi? Siamo ancora in grado di essere noi stessi? Cominciamo questo cammino per capire come riacquistare una dimensione interiore che ci aiuti a pensare, agire e comportarci senza omologazioni.

Cos’è il Conformismo? Il termine Conformismo indica una tendenza ad adeguarsi ad opinioni, usi e comportamenti già definiti nonché prevalenti. In ambito sociale si definisce conformista colui che, ignorando o sacrificando la propria soggettività, si adatta all’espressione della maggioranza o del gruppo di appartenenza. Cosa vuol dire Distinzione (o Anticonformismo)? La Distinzione è invece teorizzata come l’esperienza in cui una persona si differenzia dalla massa ed esprime in maniera del tutto naturale e incondizionata le proprie idee ed il proprio modo di essere. Spesso l’idea di anticonformismo viene fraintesa e porta ad esprimere semplicemente ciò che è diverso dal comune. Ricercando la “diversità” nella massa, purtroppo, non individuiamo altro che una nuova e compatta unità di pensiero opposta alla precedente, un attacco a ciò che è “di moda” e pertanto un nuovo conformismo. Mentre “conformità” indica l’adattarsi a qualcuno o a qualcosa, Conformismo denota un adeguamento al modo di vedere prevalente e, in genere, diverso dal proprio. Se quindi il primo può essere visto in maniera positiva in quanto garantisce la sopravvivenza del sistema sociale, il secondo ha un’accezione generalmente negativa. Per essere se stessi, quindi, è necessario andare controcorrente, provare a staccarsi dalla massa per emergere unici ed essenzialmente autentici. Non si sta parlando di un cammino facile, tantomeno immediato, ma come ogni cosa che caratterizza l’Uomo e la sua energia interiore, è possibile.

Friedrich Nietzsche, uno dei più grandi filosofi tedeschi dell’800, scrisse un’opera importantissima dal titolo “Così parlò Zarathustra“. Il titolo enigmatico esprime il messaggio di fondo dello scritto: Nietzsche vuole raffigurare un nuovo Zarathustra, ben lontano dal fondatore dello zoroastrismo sino ad allora conosciuto, profeta di una nuova realtà in cui i valori hanno perso ogni significato e vengono sostituiti dalla dottrina dell’oltremodo. In questo scritto il filosofo spiega in modo chiaro, preciso e diretto il concetto di Conformismo e il cammino per staccarsi da esso. Attraverso il concetto di “metamorfosi dello spirito”, Nietzsche delinea 3 tipi di cambiamento: come lo spirito diventa cammello, il cammello leone, e infine il leone fanciullo.

Il cammello, colui che piega le ginocchia sotto il peso di valori millenari e si ritrova perciò in pupetti e pupettoun deserto interiore, rappresenta il conformista. Egli accetta e venera la realtà senza farla propria.

Il leone, è un falso anticonformista: rifiuta tutto ciò che prima era ai suoi occhi sacro per ricercare la libertà ed una nuova interiorità. Egli rimane però del tutto legato alla società e si oppone strenuamente al drago che impone esclusivamente doveri.

Soltanto il fanciullo, il vero anticonformista, riesce a distaccarsi dalla realtà, vivere il presente senza ricordo del passato, creandosi nuovi ideali e vivendo senza assolutizzarli.

Perché non siamo lieti di noi stessi? Perché ci adeguiamo, diventando pedine da spostare piuttosto che Uomini con la capacità di pensare. Ecco la risposta alle domande poste in questione. Come possiamo essere noi stessi senza piegarci al Conformismo? Con la capacità di distinguerci, attraverso la semplicità di ciò che facciamo tutti giorni, attraverso la spontaneità tipica dei bambini che pensano e agiscono senza congetture impostate, attraverso la consapevolezza che siamo noi a costruire la nostra vita e i nostri obiettivi, senza pensieri comuni né tantomeno persone che prendano il nostro posto. Distinzione vuol dire rischio, distacco, battaglia quotidiana contro uno o più sistemi, originalità, creatività. Non dobbiamo essere scontati e prevedibili, ma sempre individui pieni di sorprese. Coraggio, dunque, viandanti solitari: se aprite bene gli occhi, certamente vedrete brillare nel buio le fiammelle che serviranno a indicarvi la giusta via da tenere!.

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