Appena si parla di tumori della pelle il pensiero corre ai melanomi, noti per la loro aggressività e mortalità. Ma in realtà esistono anche altri tumori che interessano la cute: i tumori non melanocitari. Ovvero la cheratosi attinica, il carcinoma basocellulare e il carcinoma squamocellulare. Questi ultimi sono molto più diffusi e sono destinati a diventare sempre più frequenti per via di condotte errate e di fattori ambientali predisponenti.
Ma partiamo con ordine.
Tumori melanocitari
Il melanoma è il tumore cutaneo più aggressivo in termine di mortalità. Nel 30-50% dei casi insorge laddove sia già presente un nevo, ma può nascere in qualsiasi area cutanea.
Secondo le stime di AIOM e AIRTUM rappresenta il 9% dei tumori giovanili negli uomini (seconda neoplasia più frequente) e il 7% nelle donne (terza neoplasia più frequente), mentre la mortalità per melanoma corrisponde all’1% dei decessi da tumore in entrambi i sessi. In Italia è il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni di età. Nel 2017 vi sono stati 14.000 nuovi casi e il trend appare in aumento.
Tumori non melanocitari
I tumori cutanei non melanocitari sono dieci volte più frequenti rispetto ai melanomi ed insorgono prevalentemente nelle zone cutanee fotoesposte, come viso, orecchie, dorso delle mani, avambracci ed aree di calvizie negli uomini. Rappresentano il 15% di tutte le neoplasie con più di 3 milioni diagnosticati ogni anno negli Stati Uniti. In Italia c’è un’incidenza annua di 100 casi su 100.000 abitanti.
La cheratosi attinica è una lesione precancerosa che tende a comparire sotto forma di chiazza di colore variabile (dal roseo-rosso al marrone) ricoperta di squame e croste, risultando così secca e ruvida al tatto. Solitamente si presenta come lesioni multiple. Sebbene il 26% delle cheratosi attiniche regredisca spontaneamente, fino al 60% può evolvere in carcinomi cutanei a cellule squamose.
Il carcinoma basocellulare è la forma di tumore più frequente della pelle ma anche di tutta la razza bianca. Origina dalle cellule basali cutanee, da cui il nome, ed è una lesione piana o rilevata, di colore variabile dal roseo al marrone scuro al blu e di dimensioni che spaziando da pochi millimetri ad alcuni centimetri. Talvolta si presenta come una lesione o un nodulo perlaceo con teleangectasie (dilatazione di piccoli vasi sanguigni) soprastanti e margini ben definiti. Altre volte la lesione presenta una crosta centrale o un’ulcerazione. E’ un tumore a malignità prevalentemente locale, raramente metastatizzante (0.05-0.1% dei casi). Giacché tende ad approfondirsi ed allargarsi, sebbene con lentezza, si rende necessario il trattamento mediante escissione chirurgica. In Italia l’incidenza é di circa 100 casi ogni 100.000 abitanti .
Il carcinoma squamocellulare ha origine dallo strato delle cellule spinose, per cui si chiama anche carcinoma spinocellulare. Per frequenza fra i tumori cutanei è al secondo posto, rappresentandone fino al 20-25%. Si presenta spesso come lesione eritematosa coperta da squame o croste e si manifesta di solito su zone di pelle foto esposte (spesso come evoluzione della cheratosi attinica), ma può interessare anche le mucose. Con il progredire del tempo può apparire ulcerato. Tende ad avere una crescita rapida e a metastatizzare ai linfonodi e ad altri organi.
I raggi ultravioletti (UV)
Studi epidemiologici hanno dimostrato una chiara associazione tra insorgenza dei tumori cutanei ed esposizione alle radiazioni UV, distinguibili in UVA, UVB e UVC. Le radiazioni UVC sono le più aggressive ma anche quelle che maggiormente filtrate dallo strato di ozono dell’atmosfera.
Le radiazioni UVA sono quelle responsabili del fotodanneggiamento e del foto-aging, in quanti danneggiano il connettivo cutaneo favorendo la perdita di tono e l’insorgenza di rughe, con effetto di invecchiamento precoce: pelle secca e ruvida, capillari dilatati e rotti, chiazze squamoeritematose sono il risultato. I raggi UVA sono presenti nello stesso quantitativo durante tutto l’anno e sono quelli che provocano una risposta immediata all’esposizione solare mediante ossidazione della melanina già presente nella cute al momento dell’esposizione solare stessa.
I raggi UVB, invece, vengono per la maggior parte intercettati dallo strato di ozono dell’atmosfera, ma giacché le condizioni di quest’ultimo sono in continuo peggioramento tendono a raggiungere il suolo terrestre in quantitativi sempre maggiori. Essi variano con l’altitudine, la latitudine, le stagioni e l’orario della giornata. I raggi UVB stimolano la produzione di melanosomi, ovvero gli organelli contenenti il pigmento protettivo della pelle: la melanina. Sono pertanto responsabili dell’abbronzatura vera e propria.
In tal modo si evince come l’abbronzatura altro non sia che una risposta dell’organismo ad uno stimolo ritenuto aggressivo. Un’eccessiva esposizione ai raggi UVB è causa di scottature, ovvero un segnale di allarme inviato alle cellule cutanee, che richiede un processo di riparazione. Maggiore è l’esposizione al sole, maggiore è il rischio di danneggiamento e di errori nella riparazione del materiale cellulare genetico, con conseguente danno cronico e formazione di lesioni pretumorali che possono poi evolvere in veri e propri tumori.
Ovviamente giocano un ruolo importante il tipo di pelle esposta (meglio definito come fototipo), la predisposizione genetica, l’alimentazione e soprattutto le precauzioni prese.
I lettini solari: un pericolo certificato
I lettini e le cabine solari funzionano esponendo le persone a raggi UVA, in modo da ottenere un’abbronzatura senza scottature. Ma, a parte favorire tutti i processi di invecchiamento della pelle di cui accennato sopra, rappresentano, secondo la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca del Cancro) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) un cancerogeno ad alto rischio, esattamente come il fumo di sigaretta e l’arsenico. E’ stato osservato come l’uso dei lettini prima dei 35 anni provochi un aumento del 75% del rischio di sviluppare il melanoma.
Oltretutto, da un recente studio svolto in Inghilterra dalla University of Dundee, è emerso come dei livelli di radiazioni ultraviolette emessi da 400 macchine studiate, 9 su 10 non rispettino gli standard di sicurezza europei, arrivando ad emettere sino il doppio dei raggi consentiti.
Ecco pertanto che l’abbronzatura con lettini e cabine solari è un’abitudine controproducente e da dimenticare.
Consigli pratici
Nonostante ci sia una predisposizione genetica da cui non possiamo esimerci, ci sono importanti precauzioni da prendere per ridurre lo sviluppo di tumori cutanei
- Adottare protezioni esterne come gli schermi solari (ombrelloni, teli, alberi) e gli indumenti (camice, magliette, pantaloni, cappellini) , meglio se realizzati con tessuti anti-UV. Ricordarsi di proteggere anche gli occhi, soprattutto quelli chiari, con occhiali da sole dotati di lenti apposite in grado di filtrare i raggi UV
- utilizzare creme solari dotate di un indice protettivo adeguato per il proprio fototipo (più chiara è la pelle, maggiore deve essere la protezione), applicandola ogni 2-3 ore
- evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali del giorno (dalle 11 alle 15) e prestare attenzione alla luce riflessa (su ghiaccio, neve, sabbia…)
- evitare di esporre al sole i bambini prima dei 6 mesi di vita
- evitare l’abbronzatura artificiale mediante lettini solari
- consumare quotidianamente frutta e ortaggi, che grazie all’apporto di vitamine e antiossidanti rappresentano una difesa importante per la pelle. In particolar modo favorire l’introito di Vitamina B9, contenuta in verdure a foglia larga, in primis la lattuga e gli spinaci
- abolire il fumo di sigaretta, in quanto cancerogeno ed in grado di ridurre le difese della pelle
- seguire, in linea generale, le linee guida elaborate dagli oncologi per la prevenzione dei tumori: Prevenzione dei tumori: i dieci suggerimenti degli esperti
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Bibliografia:
LILT, Atlante informativo sui tumori cutanei per i medici a cura di dott. Mario Cristofolini, dott.sa Maria Teresa Fattori, prof. Vincenzo Ziparo, marzo 2018
SIDeMaST, I tumori cutanei
AIOM, Linee guida Melanoma 2018
AIOM, Linee guida tumori non melanocitari – carcinoma basocellulare, Edizione 2018
AIOM, Linee guida tumori non melanocitari – carcinoma squamocellulare cutaneo, Edizione 2018
Sitografia
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=52&area=Tumori
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=50&area=Tumori
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=49&area=Tumori