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L’ignoranza creativa: andare oltre la normale conoscenza.

“L’ignoranza creativa ci salverà” (Piero Formica) Stare bene con se stessi significa anche mettere in ordine i propri pensieri, creando attorno a noi una dimensione di silenzio che ci aiuti a riflettere sulla nostra vita e su tante cose. Quante volte pensiamo seriamente a noi stessi e alla nostra vita? Ci capita spesso di fermarci […]

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“L’ignoranza creativa ci salverà” (Piero Formica)

Stare bene con se stessi significa anche mettere in ordine i propri pensieri, creando attorno a noi una dimensione di silenzio che ci aiuti a riflettere sulla nostra vita e su tante cose. Quante volte pensiamo seriamente a noi stessi e alla nostra vita? Ci capita spesso di fermarci in silenzio e pensare alla nostra intelligenza? Siamo cosi tanto intelligenti da non “innestare” più nessun tipo di cultura nella nostra mente? Ebbene, il bellissimo tema che oggi si vuole affrontare è proprio quello dell’intelligenza, una condizione essenziale per ciascuno di noi, che se ben inquadrata aiuta a stare bene e a prendere consapevolezza di chi siamo veramente.

Onestamente parlando, il dibattito sull’intelligenza è ancora oggi aperto e discusso, perché le opinioni e i giudizi attorno a questo tema sono diversi e in continuo sviluppo. Alcuni pensatori sostengono che una maggior intelligenza sia una chiave importante per avere successo; altri invece sostengono che chi possiede una maggior intelligenza non necessariamente eccelle in tutto; altri ancora si fermano alla sola domanda “che cosa intendiamo per intelligenza?”; e ancora, diversi pensatori si appoggiano alla socratica linea del “più studio e più mi sento ignorante”. Chi è il vero intelligente oggi? Colui che sa molto oppure colui che si riconosce umile pur amando la cultura e coltiva in sé una suprema dimensione creativa? La filosofia ci spinge a riflettere, come sempre, sulle grandi domande. E, come ben sappiamo, proprio dalle grandi domande nasconde più semplici e chiare risposte.

Un grandissimo economista contemporaneo, Prof. Piero Formica, partendo appunto dal concetto di “ignoranza creativa”, traccia una riflessione sublime e unica nel suo genere: “Solo gli ignoranti ci possono salvare. Solo loro possono aprire strade nuove, innovare il sistema, svecchiare l’Italia. Per spiegare il concetto di ignoranza creativa utilizzo una metafora, quella del pozzo. La nostra scuola è strutturata come un pozzo di conoscenza: via-via che scendi nel pozzo, allontanandoti dall’entrata, ti specializzi, ma man mano che scendi, allo stesso tempo, perdi anche la visione. Alla fine, più sappiamo e meno facciamo di nuovo. Come Blackberry che all’apparire dell’iPhone lo qualificò come giocattolo. Di esempi di ignoranti creativi è piena lignoranzacreativaa storia della scienza. Ma è proprio l’opposto, la conoscenza degli errori fatti da coloro che sanno, e che quindi detengono rendite di posizione, che ci rende immediatamente comprensibile il concetto. Proprio come fecero Nokia e Blackberry all’avvento dello smartphone. Innovare non vuol dire incrementare la conoscenza che già abbiamo, ma rompere, cambiare paradigma. Quel che dovrebbe fare il vero innovatore, colui ovvero che vuole rompere le regole è infatti, tenendo a mente la metafora del pozzo, non scavare in verticale, ma orizzontalmente. Entrare in altri pozzi, apprendere cose diverse diversamente da come abbiamo sempre insegnato, è l’ignoranza che segue la conoscenza. L’ignorante creativo è colui che esce dal suo confine per scoprire campi nuovi, contaminando le proprie esperienze. Il mondo del futuro appartiene agli ignoranti intenzionali: quelli che, dotati di uno strumento mentale assimilabile allo scandaglio di profondità per l’esplorazione dei fondi marini, scoprono i bisogni più reconditi della gente. Non trovano un sentiero. Loro creano nuovi e inediti sentieri“.

Riflessione vera e certamente diversa dal modo di pensare comune e scontato. Siamo immersi in un mondo imprenditoriale che mostra alti livelli di innovazione e tecnologia, ma purtroppo facciamo fatica a praticare l’ignoranza creativa, quella che porta al di là dell’orizzonte visibile e apre le porte a idee e strategie nuove mai immaginate. L’ignoranza creativa deve diventare il nostro “punto di riferimento”, la nostra base su cui crescere e agire. Una base fatta non solo di conoscenza ma soprattutto di umiltà, virtù tanto assente quanto necessaria. Imparare ad essere umili è il primo passo verso un’intelligenza creativa reale e davvero autentica, senza fini superficiali e azioni meschine.

L’ignoranza creativa è un punto di riferimento allettante quanto pericoloso. Ciascun innovatore che traccia percorsi inediti dovrebbe allora prestare attenzione a queste parole di Voltaire: “La nostra specie meschina è così fatta che quelli che camminano sul sentiero molto frequentato non smettono di lanciare pietre contro coloro che stanno mostrando una strada nuova”. L’innovazione è cambiamento. Il cambiamento è possibile solo attraverso una presa di coscienza di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere. La trascendenza dell’essere va oltre ogni forma e ogni spazio, supera ogni limite umano e terreno, apre le porte alla vera essenza della vita e trasforma il quotidiano di colui che sa essere originale e creativo, e, di conseguenza, mai banale e scontato.

“Tutto ciò che serve in questa vita è l’ignoranza e la fiducia, e il successo è sicuro”. (Mark Twain)

einstein

 

A tal proposito si veda anche: Cambiamento e Trasformazione

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