Come è stato spiegato nell’articolo Flow experience: la strada dell’armonia, l’esperienza ottimale conduce a diversi benefici in ambito psicologico. È un’esperienza che incrementa il benessere soggettivo e permette di accrescere le abilità coinvolte di volta in volta nell’attività, stimolando la crescita e lo sviluppo complessivo della persona.
Il flow, un’esperienza soggettiva
E’ importante sottolineare che l’esperienza di flow scaturisce da intrecci di ciò che la persona percepisce rispetto alle proprie abilità e alle opportunità e ai feedback ricevuti dall’ambiente circostante. Da ciò fluisce un’esperienza che si caratterizza per le diverse sfumature, rese appunto da un gioco di variabili che rimangono estremamente soggettive.
L’intensità di un’esperienza di flow varia perciò da persona a persona e una stessa attività può elicitare ansia, noia, apatia o lo stato di flow in base alla selezione che ognuno fa di abilità e risorse attenzionali necessarie allo svolgimento di un’attività e dell’interpretazione del livello di sfida della stessa.
Ad esempio, alcune attività, come lo sport e il gioco, sono maggiormente preposte alla sperimentazione del vissuto di flow proprio perché sono caratterizzate da una sfida da superare, ma la principale condizione per sperimentare il flow è la storia personale che ciascuno intrattiene nei confronti di una attività.
Difatti, avere chiaro in mente l’obiettivo da raggiungere è necessario, ma questo riveste un ruolo secondario rispetto al vissuto dell’esperienza di flow, poiché non è l’obiettivo raggiunto a favorire l’immersione totale nell’attività, ma l’esperienza stessa. Guidare la propria auto, visitare un museo, stirare, lavorare, costituiscono attività favorevoli al flow se vi è un equilibrio percepito soggettivamente (e non oggettivo) tra abilità e sfida. In questi casi la qualità dell’esperienza varia notevolmente tra persone diverse, nonostante la capacità di sperimentare il flow sia universale e appartenga a tutte le persone.
Personalità autoteliche
Ciò che differenzia le persone nell’esperienza di flow non è solo la qualità dell’esperienza vissuta, ma anche la frequenza di esperienze ottimali riportate e la motivazione intrinseca che emerge nel desiderio di fare ciò che stanno facendo quando le capacità e le opportunità sono alte. Il principale autore della teoria del flow, Mihalyi Csikszentmihalyi, riconosce la possibilità di parlare di una vera e propria disposizione ad esperire il flow riflessa in una personalità autotelica. Con questa definizione si riferisce ad una persona che tende a godersi, ad apprezzare e ad assaporare la vita e che trae un piacere intrinseco da ciò che fa e non per raggiungere obiettivi secondari.
La curiosità, l’interesse per la vita, la costanza e il decentramento personale costituiscono le meta-abilità di una personalità autotelica che risulta intrinsecamente motivata nelle attività che svolge. Il termine autotelico deriva dal greco, dalle radici auto, sé e telos, obiettivo e denota attività in cui l’esperienza soggettiva diventa il principale obiettivo, in cui il coinvolgimento viene dato dalla percezione di gioco della sfida e dalla costruzione e dallo sviluppo delle abilità personali.
L’esperienza autotelica è la nona delle nove dimensioni individuate che caratterizzano lo stato di flow. In una personalità autotelica questa dimensione riveste la maggiore importanza e, se misurata, avrà livelli sempre alti in esperienze di flow.
Le nove dimensioni di flow e tratti di personalità
Nello studio condotto da Silvia, Kaufamn, Reiter-Palmon & Wigert, 2011 è stata esaminata ciascuna dimensione del flow mettendola in relazione a tratti di personalità. E’ emerso che:
- obiettivi chiari e perdita di autoconsapevolezza hanno ricevuto forti riferimenti ai tratti di personalità e sono indici di una personalità autotelica, infatti, sono connessi positivamente con tratti di coscienziosità ed estroversione e negativamente con tratti di nevroticismo, accondiscendenza e apertura;
- destrutturazione del tempo e feedback immediati hanno una relazione più modesta, probabilmente perché sono maggiormente connesse alle opportunità ambientali piuttosto che alle disposizioni personali;
- alti livelli di attività, di esperienza autotelica e unione tra azione e coscienza implicano un basso sforzo cognitivo che permette di descrivere il flow come assenza di sforzo e attenzione;
- nonostante l’insita creatività nello stato di flow è emerso che una personalità caratterizzata da estroversione ostacola il flow. Questo dato controverso può essere dovuto al fatto che l’assorbimento nell’attività sia favorito più da caratteristiche situazionali che disposizionali.
Personalità autoteliche e benessere
Alcuni ricercatori hanno definito una condizione ideale di diposizione al flow per personalità autoteliche in cui vi è motivazione intrinseca in situazioni altamente sfidanti con un’alta percezione di abilità possedute (Abuhamdeh, 2000; Csikszentmihalyi, LeFevre 1989). Al contrario, in situazioni di bassa sfida e percezione di scarse abilità le personalità autoteliche sperimentano maggiore stress rispetto a personalità non autoteliche. La situazione ideale sopra descritta è rappresentativa di personalità aperte a nuove sfide e pronte ad ingaggiarsi e a persistere in attività altamente sfidanti, caratteristiche che contribuiscono a favorire l’entrata nello stato di flow e a mantenerlo.
Altre ricerche hanno provato che studenti con personalità autoteliche individuano obiettivi futuri maggiormente definiti e presentano stati affettivi e cogniti più positivi.
D’altra parte, l’impatto delle esperienze contribuisce altamente alla formazione di personalità autoteliche. E’ il caso di studenti che hanno vissuto in situazioni familiari complesse che hanno permesso loro di vivere più tempo in situazioni sfidanti in cui dover mettere in gioco grandi abilità e che, grazie a queste, hanno sviluppato un forte senso di controllo personale e delle proprie azioni e che riportano maggiori esperienze positive in attività produttive (come ad esempio nello studio).
Emerge chiaramente che esperienze ripetute di flow e, ancora di più, sviluppare personalità autoteliche contribuisce a fronteggiare in modo più efficace le avversità, a prevenire le patologie e ad aumentare la qualità della vita, assegnando valore alle esperienze vissute.