La cistite, ovvero l’infiammazione delle basse vie urinarie (vescica ed a volte uretra), è un problema estremamente diffuso e decisamente fastidioso. E’ più frequente nelle donne, anche per questioni puramente anatomiche, tanto che si stima che un 25-35% delle donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni soffra nell’arco della vita di almeno un episodio di cistite. Non solo: un quarto tenderà a recidivare se non cronicizzare questa situazione.
I sintomi della cistite
La cistite si presenta con uno stimolo frequente (anche ogni 15-20 minuti) alla minzione e sensazioni di dolore e bruciore nell’urinare. Ci può essere anche senso di peso sovrapubico, la sensazione che la vescica non si sia svuotata, una difficoltà ad iniziare la minzione (con iniziale emissione dell’urina a gocce) e di conseguenza un prolungamento del tempo trascorso in bagno, febbre e talvolta perdita di sangue. Le urine risultano per lo più torbide, con eventuali tracce di sangue, e a volte maleodoranti.
La continua necessità di recarsi in bagno persiste anche di notte (nicturia), interrompendo di fatto il sonno.
I sintomi in media persistono da quattro a dieci giorni, fino a scomparire
Diversi tipi di cistite
Quando si parla di cistite è bene fare delle differenze. La forma più comune è rappresentata dalla cistite batterica, che affligge le donne di tutte le età. Gli agenti patogeni sono di origine fecale, vaginale o ureterale: primo tra tutti è coinvolto l’Escherichia Coli, batterio gram negativo che da solo arriva ad essere le causa del 70% degli episodi. Altri microrganismi coinvolti sono lo Staphylococcus Saprophyticus, lo Streptococcus Faecalis, il Proteus, la Klebsiella…
Vi è anche una forma abatterica, che coinvolge ambo i sessi e che spesso non viene riconosciuta e pertanto non viene curata nel modo appropriato: la conseguenza è che può evolvere nella Sindrome del dolore vescicale nella donna e nella prostatite infiammatoria nell’uomo, poco responsiva ai comuni trattamenti. Vi sono poi infezioni vescicali in cui sono presenti i batteri, ma che di fatto non sono sintomatiche: in questo caso si parla di cistite asintomatica.
Esiste anche la cistite della sposina, o “da luna di miele”, che si sviluppa a seguito di rapporti sessuali ripetuti.
Questione diversa sono poi le cistiti che seguono a trattamenti chemioterapici o radioterapici: la cistite chimica, molto dolorosa e fino a poco tempo fa incurabile, può insorgere dopo instillazione endovescicale di chemioterapici o immunoterapici per l’eradicazione di tumori vescicali. La cistite attinica, invece, segue anche a distanza di 5-10 anni la radioterapia e comporta un sanguinamento vescicale anche persistente.
Le cause della cistite
L’insieme di fattori che possono portare all’insorgenza di cistite sono numerosi.
Alcuni sono di carattere anatomico:
- la vicinanza tra uretra ed ano, che nelle donne è ravvicinata rispetto agli uomini, ma che può variare anche tra donna e donna
- la presenza di esiti di episiotomia dopo il parto, che riduce lo spazio tra i due orifizi
- un pavimento pelvico particolarmente teso e contratto
- la presenza di emorroidi o prolasso rettale.
Questi aspetti favoriscono la contaminazione dell’uretra con materiale di tipo fecale e con il contenuto batterico. Anche la presenza di infezioni a livello vaginale può favorire il passaggio di microrganismi nell’uretra con la risalita fino in vescica.Quindi disordini ginecologici possono essere l’origine di episodi di cistite.
Altri sono di carattere comportamentale:
- igiene scorretta (ad esempio un utilizzo in proprio della carta igienica che andrebbe sempre utilizzata da davanti verso il dietro)
- igiene scarsa
- igiene eccessiva, con utilizzo di prodotti particolarmente aggressivi
- alimentazione con eccesso di zuccheri
- particolari condizioni ormonali, come in corso di assunzione della pillola anticoncezionale
- uso improprio di antimicrobici (vedi: Antimicrobico- resistenza, Antibiotico-resistenza ed Era Post-Microbica), in grado di alterare il microbiota intestinale e vaginale (fondamentale per il benessere come spiegato in Il Microbiota Umano: un coinquilino indispensabile)
- stress, in grado di generare sia la cistite stessa che di peggiorarne i sintomi
- uso di tamponi vaginali durante il ciclo
- abbigliamento improprio: pantaloni troppo aderenti, slip sintetici, costume bagnato indossato per lungo tempo
- uso di metodi contraccettivi come la crema spermicida o il diaframma
- posizioni inadeguate al lavoro (postura scorretta in cui il perineo rimane compresso per ore)
- rapporti sessuali ripetuti (in persone con una certa predisposizione alla cistite o condizioni favorenti in quell’occasione)
Poi ci sono anche altre componenti che possono incidere:
- familiarità
- la menopausa (la riduzione degli estrogeni altera il normale trofismo vaginale)
- patologie come il diabete
- sudorazione eccessiva
Diagnosi e cura della cistite
Per una diagnosi corretta di cistite servono esame delle urine (in cui appare la presenza di nitrati, microrganismi e leucociti nelle urine) e l‘urinocoltura, che consente l’identificazione dell’agente infettante, la carica batterica e la valutazione dello spettro di antibiotici cui potrebbe rispondere (antibiogramma).
Questo iter è particolarmente importante nel caso di cistiti ricorrenti, in cui potrebbe essere utile anche approfondire eventuali fattori predisponenti delle vie urinare o dell’apparato ginecologico, e nel caso di prolasso rettale ed emorroidi, consultare un proctologo.
L’utilizzo di antibiotico, come detto nei paragrafi precedenti, non rappresenta l’unica scelta terapeutica, ed anzi in alcuni casi non è giustificato. Una valida giustificazione per il suo utilizzo (oltre all’urinocoltura positiva) è la presenza di febbre.
In gravidanza è importante curare tempestivamente la cistite, in quando con maggior facilità l’infezione tende ad estendersi fino a coinvolgere i reni, con le ripercussioni negative che ne conseguono.
Consigli per la cura e la prevenzione della cistite
- Bere molta acqua (almeno 2 L al giorno)
- cercare di non trattenere l’urina
- urinare prima di andare a dormire e dopo i rapporti sessuali
- favorire la regolarità intestinale così da evitare le emorroidi e ridurre la contaminazione del tratto urinario
- indossare biancheria intima in fibre naturali come il cotone
- evitare vestiti troppo stretti nella zona inguinale
- cambiarsi il costume senza tenerlo umido per troppo tempo
- usare detergenti delicati
- ridurre l’uso di lavande vaginali
- curare la secchezza vaginale dopo la menopausa
Molto utili sono poi i prodotti che posso aiutare a creare un ambiente sfavorevole all’insediamento dei batteri, creando un vero e proprio biofilm sull’apparato urinario, come il D- Mannosio, spesso presente negli integratori per le vie urinarie in associazione con i Cranberry, i mirtilli rossi, altrettanto utili nel ripristinare le condizioni ideali.
Altri principi attivi che possono ridurre le recidive ricostruendo la mucosa danneggiata da infezione ed infiammazioni sono l’acido ialuronico e il condroitinsolfato, assumibili sia per bocca che con instillazioni endovescicali.
Alimentazione per combattere la cistite
Infine va ricordato che l’alimentazione può essere di sostegno anche in corso di cistite. Gli alimenti da prediligere sono frutta e verdura fresca, in particolar modo: broccoli, rape, carciofi, melone, mirtilli e mele. Anche i succhi di mirtillo, lampone e melograno, con la loro ricchezza di antiossidanti vengono in soccorso. La frutta secca (mandorle, noci), contiene acidi grassi buoni che aiutano a bilanciare i processi infiammatori. Poi ancora meglio prediligere i cereali integrali, che oltre ad avere un indice glicemico inferiore sono ricchi in fibre ed aiutano il ripristino della corretta flora intestinale e vaginale.
E’ consigliabile evitare invece alcuni alimenti:
- spezie, soprattutto piccanti, lievito, maionese
- cibi fritti
- alimenti eccessivamente zuccherini
- alcolici e superalcolici
- sostanze nervine come tè e caffè
- formaggi stagionati, insaccati
- ortaggi come soia e pomodori
- succhi di frutta e bevande gassate