“Lo sport piace perché lusinga l’avidità, vale a dire, la speranza di avere di più”. (Montesquieu)
Quando parliamo di consapevolezza, di benessere, di equilibrio, di interiorità, di stile di vita sano, non possiamo non dare attenzione ad una dimensione estremamente “basilare” e che va di pari passo con la vita stessa dell’uomo: questa dimensione spettacolare è, appunto, lo Sport. Si sottolinea la parola sport con la “S” maiuscola proprio per indicare la vera e reale importanza che acquisisce nel vissuto quotidiano di ognuno. Non esiste miglior condizione al di fuori dello sport. Potremmo chiederci: cosa c’entra lo sport con la filosofia? Che legame ha il benessere fisico con quello mentale? Siamo così sicuri che corpo e mente vadano di pari passo nel cammino della salute? La risposta a tutte queste domande la troviamo ancora una volta nella storia, in particolare nella storia Greca, fonte non sempre certa, ma sicuramente colma di esperienze interessanti e misteriose.
L’attività sportiva e la filosofia nel ricco panorama dell’antica Grecia rappresentavano due modi complementari e strettamente uniti di esprimere la vigorosità del corpo e della mente, con una finalità ben precisa: il “perfezionamento” di se stessi. Per i Greci era inscindibile il concetto di ‘palestra’, dove allenare i corpi, da quello di ‘scuola’, dove allenare le menti: il luogo era uno solo, il cosiddetto “Ginnasio”. Senza la presenza di un ginnasio (scuola palestra), un agglomerato urbano non era riconosciuto da un greco come città. La scuola di Platone per esempio, l’Accademia, fu fondata presso Atene proprio dove si trovava una palestra. Nell’antica Grecia, quindi, il Ginnasio era il luogo dove i giovani si allenavano per le gare atletiche e si esercitavano nudi nei giochi ginnici (pensiamo ad esempio alle Olimpiadi). Divenne, con il passare del tempo, anche un luogo per il ritrovo e l’educazione. In esso si potevano tenere conferenze, lezioni, banchetti e anche rappresentazioni teatrali.
Successivamente, soprattutto presso i Romani, il luogo della formazione dei corpi venne separato da quello della formazione degli spiriti. In seguito, con l’avvento del Cristianesimo e con il Medioevo, la cultura abbandonò l’idea della formazione dei corpi (sopravvissero solo il lavorare e il combattere come forma di esercizio fisico) mentre la scuola divenne un luogo di trasmissione di un sapere molto controllato dall’autorità, che disincentivava la creatività della sfida intellettuale.
Il recupero delle attività legate all’esercizio fisico all’interno di una scuola si dovette principalmente ai Gesuiti all’inizio dell’età della Controriforma: il giovane benestante che poteva frequentare i collegi istituiti dalla Compagnia di Gesù veniva istruito nelle classiche discipline di trivio e quadrivio, ma doveva frequentare anche lezioni di danza, di scherma e di equitazione, poiché era necessario che se ne impadronissero per poter fare bella figura in società, in maniera da avere più strumenti a disposizione per favorire l’ascesa verso il potere della gioventù cattolica di élite. Da allora in avanti, l’attività sportiva ha preso piede nelle istituzioni scolastiche, ma raramente ha costituito parte di un organico progetto educativo.
Ecco, quindi, spiegato in modo breve ma esaustivo, il profondo e complesso rapporto che nel corso della storia fino ai nostri giorni si è andato a delineare tra filosofia e sport, due discipline spesso controverse, spesso incomprensibili, altre volte invece unite e inseparabili. Ciò che si vuole sottolineare è appunto la ricchezza che deriva dall’unione di questi due mondi, una ricchezza che rispecchia e riempie di senso l’uomo in tutti i suoi aspetti. Imparare a cogliere questa sottile linea vuol dire capire che la vitalità di corpo e mente è la porta attraverso cui chiunque passa si sente vivo, brillante, sano, nuovo, degno di pensieri e azioni eccellenti. Non esiste lo “sport ideale”, uguale e unico per tutti. Esiste piuttosto lo sport che rende me stesso in vero equilibrio col mondo, il MIO sport. Non esiste la filosofia “preconcetta” e universale, ma esiste la MIA filosofia, ovvero il mio pensiero e la mia riflessione. Ognuno è unico, diverso, autentico e indescrivibile nel suo genere, e la meraviglia che deriva dalla numerosità di sport e pensieri non fa altro che confermare questo splendido giudizio.
Filosofia e sport. Pensiero e corpo. Pesantezza nel pensare e fatica nel praticare. Mal di testa e sudore. Pensiero pulito e benessere. Questo breve ma intenso passaggio accompagna la vita di quegli individui che sono coscienti che senza sport non è possibile condurre un’esistenza vera ed esaustiva. Come abbiamo detto in precedenza, l’uomo è sempre in ricerca, continuamente. Con la stessa intensità con la quale crea arte, l’uomo cerca se stesso, e attraverso l’esperienza coglie la sua vera essenza. Lo sport, quindi, è uno strumento prezioso, un’opportunità che ci viene data per trasformare non solo il nostro pensiero ma anche il nostro corpo, un’etica finalizzata ad esplorare se stessi, con la consapevolezza di chi solo sa che dietro ogni singolo sforzo c’è sempre una grande motivazione.
Per maggiori approfondimenti personali: http://filosofiadellosport.blogspot.it
vedi anche:
Sport: un cocktail di benessere