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Sport: un cocktail di benessere

Praticare sport fa bene. E’ un concetto risaputo e fondamentale, che va declinato nella vita quotidiana. Tutti conoscono i benefici che un’attività fisica regolare può apportare alla qualità di vita, andando a ridurre le patologie cardiovascolari per mezzo di molteplici effetti: diminuzione della pressione arteriosa; aumento dell’efficienza cardiaca attraverso la diminuzione del battito a riposo; aumento del […]

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Praticare sport fa bene. E’ un concetto risaputo e fondamentale, che va declinato nella vita quotidiana.

Tutti conoscono i benefici che un’attività fisica regolare può apportare alla qualità di vita, andando a ridurre le patologie cardiovascolari per mezzo di molteplici effetti:

  • diminuzione della pressione arteriosa;
  • aumento dell’efficienza cardiaca attraverso la diminuzione del battito a riposo;
  • aumento del colesterolo HDL, che ha effetto protettivo;
  • riduzione dei trigliceridi nel sangue;
  • diminuzione della viscosità del sangue e conseguentemente del rischio di trombosi.

 

Gli effetti positivi dello sport si verificano anche a livello ormonale: l’attività fisica è in grado di favorire la perdita di peso e di ridurre la resistenza all’insulina, diventando uno strumento importante per prevenire e migliorare il diabete mellito di tipo II. Va a stimolare anche muscoli, articolazioni ed ossa, allontanando i fastidi muscolari legati ad uno scarso tono o a posizioni scorrette, e limitando l’osteoporosi.

I benefici dello sport, però, vanno ben oltre in quanto si ripercuotono anche su cervello, psiche e sistema immunitario. Lo sport è infatti in grado di rilasciare una serie di mediatori con proprietà positive, tanto da poterlo considerare un vero e proprio cocktail di benessere.

Sport e cervello

L’attività fisica, soprattutto quella aerobica, come la camminata e la corsa, esercita un’attività protettiva anche sul cervello e sul tessuto nervoso:

  • incrementa le abilità cognitive;
  • attenua i deficit motori;
  • può stimolare la produzione di nuove cellule nervose (neurogenesi);
  • migliora i deficit neurologici che si presentano nelle malattie neurologiche;
  • rallenta l’invecchiamento andando a ridurre la velocità della perdita di neuroni associati all’età.

Tutte questi effetti sono legati ad un fattore di crescita nervoso, chiamato BDNF (fattore nervoso di derivazione cerebrale), che possiede proprietà neuroprotettive e neurotrofiche, ed è inoltre in grado di promuovere la plasticità neuronale, ovvero la capacità – da parte dei neuroni- di creare nuovi collegamenti, le cosiddette sinapsi.

Sport e felicità

Chiunque abbia praticato dell’attività fisica conosce bene la sensazione di piacevole soddisfazione ed appagamento che ne derivano. Questo fenomeno ha delle basi chimiche: i muscoli, durante lo sforzo, producono due sostanze in grado di esercitare la loro azione sui nervi: IGF-1 (fattore insulino-simile di tipo primo) e l’anandamide. Quest’ultima è una sostanza grassa che riesce ad attraversare la barriera ematoencefalica e a raggiungere il cervello, dove si lega ai recettori cannabinoidi, così chiamati in quanto rappresentano gli stessi recettori cui si lega la cannabis, e che sono in grado di procurare un sensazione di piacere.

Al tempo stesso tutta l’attivazione neuronale richiesta dallo svolgimento di un’attività sportiva (corteccia prefrontale, gangli della base, cervelletto, setto, mesencefalo) è alla base del rilascio di due neurotrasmettitori che promuovono la sensazione di benessere: serotonina ed acetilcolina.

Sport e immunità

Anche il sistema immunitario risente in modo positivo dello sport. E’ stato osservato che l’inattività fisica rappresenta il massimo fattore di rischio per tutte le cause di mortalità, ancor più di ipertensione, ipercolesterolemia ed obesità. Un’attività fisica regolare dimezza i tempi di durata delle malattie che colpiscono le vie respiratorie superiori (rinofaringiti, tracheiti, tonsilliti) tipiche dell’inverno, se messo a confronto con i sedentari.

Questo si spiega con il fatto che un esercizio moderato e regolare è in grado di tonificare il sistema immunitario. Da notare come invece uno sforzo eccessivo abbia effetti opposti, anche in persone allenate: aumenta la vulnerabilità alle infezioni.

I muscoli sono in grado di rilasciare dei mediatori, detti citochine, che provvedono a ridurre il livello infiammatorio. Nello specifico rilasciano l’interleuchina 6 (IL-6), che nel corso dell’esercizio fisico e nel post-allenamento può arrivare ad aumentare anche di 100 volte i livelli normali. Anche l’adrenalina, neurotrasmettitore tipico dello sport, svolge un’attività antiifiammatoria, inibendo in questo caso il TNF-alfa, altro potente induttore dei processi infiammatori.

Il segreto è iniziare

Per poter beneficiare di tutti questi aspetti è sufficiente iniziare a svolgere un’attività fisica regolare, preferibilmente di tipo aerobico, senza eccedere le proprie capacità. Una camminata di 45 minuti da 3 a 5 volte a settimana può essere un’ottima soluzione: si tratta di un investimento quotidiano che ciascuno dovrebbe fare per se stesso non solo per i benefici momentanei ma anche per quelli di lunga durata.

Visto la frequente mancanza di tempo, o magari il rapido affaticamento fisico, il passo più importante è cominciare. Bastano anche 10 minuti, ma con quei dieci minuti ritagliati nell’arco della giornata (che poi diventeranno 20- 25-30 e via dicendo) si compie un grande gesto per migliorare il proprio livello di benessere.

Vedi anche:

Filosofia e sport: vitalità di corpo e mente

Bibliografia:

  • Bottaccioli F e Carosella A, Immunità, cibo e cervello, 2009, Tecniche Nuove
  • Bottaccioli F, Il sistema immunitario: la bilancia della vita, 2008, Tecniche Nuove
  • Cotman CW, Berchtold NC. Exercise: a behavioural intervention to enhance brain health and plasticity, TRENDS in neuroscienze, 2002; 25 : 295-301
  • Sparling PB et al. Exercise activates the endocannabinoid system, Neuroreport 2003; 14: 2209-11
  • Nieman DC. Exercise and immunity: clinical studies, Psiconeuroimmunology, IV ed, 2007, Academic Press

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