“Voi occidentali, avete l’ora ma non avete mai il tempo”. (Gandhi)
“Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto”. (Seneca)
“Mentre parliamo il tempo, invidioso, sarà già fuggito. Godi il giorno, confidando meno che puoi nel domani”. (Quinto Orazio Flacco)
Se provassimo a pensare a tutte le volte che abbiamo parlato con amici di progetti o di qualsiasi cosa inerente al bello e grande panorama della vita, come per esempio iniziative, gite, vacanze, momenti di compagnia o semplicemente una buona birra, ci accorgeremmo di come tutte queste esperienze siano legate essenzialmente ad una caratteristica importante: il TEMPO. La filosofia ci porta a dire: Perché esiste il tempo? Perché è importante viverlo bene? Che importanza ha trovare del tempo per noi stessi? Ebbene sì, il tempo esiste perché è un tutt’uno con la nostra vita stessa. Noi viviamo nel tempo, ci muoviamo in esso e qualsiasi nostra azione e pensiero hanno come inizio e fine, appunto, il Tempo, con la “T” maiuscola proprio per sottolineare l’importanza, l’ampiezza e la profondità di tale concetto.
Lo scrittore e filosofo contemporaneo Lucio Garofalo, in uno dei suoi articoli che parlano della “riduzione del tempo ad oggetto di banalità”, rischiara in modo reale e autentico il nucleo del nostro pensiero: “La durata delle cose, misurata a periodi, specialmente secondo il corso apparente del sole”: questa è la definizione generica del concetto di “tempo” fornita da un comune dizionario della lingua italiana. Eppure, proprio attorno a tale categoria ed a ai suoi molteplici significati (di ordine storico, filosofico, o di natura astronomica), si è come addensata una coltre di fumo accecante, densa di luoghi comuni e rozze ovvietà, che sono persuasioni assai diffuse nella vita quotidiana di noi tutti. Gli stereotipi sul “tempo” paiono proliferare senza soluzione di continuità, e quasi tutti, eccezion fatta per quei fenomenali campioni della lingua e del sapere umano, se ne servono abitualmente, forse inavvertitamente, magari per riempire il vuoto raccapricciante di certe conversazioni, in altre parole per coprire i “tempi morti” della nostra esistenza.
Sovente infatti, ci capita di ascoltare asserzioni totalmente insensate, che farebbero inorridire le nostre menti qualora fossimo soltanto un po’ più attenti e riflessivi, meno pigri o distratti. “Ammazzare il tempo”, tanto per citare uno dei casi più dozzinali, è un modo di dire quantomeno sciocco perché non significa nulla se non che si uccide la propria esistenza. La persona che “ammazza il tempo”, cioè che impiega malamente il proprio tempo vitale, non sapendo cosa fare, non avendo interessi gratificanti, né occupazioni di tipo mentale (come leggere e scrivere) o di carattere fisico (come gli sport), tali da motivare il vivere quotidiano, non coltivando passioni che potrebbero impreziosire la qualità del proprio tempo esistenziale, finisce per annichilire se stessa, divenendo un essere ansioso, depresso, accidioso, ma non ozioso. Il tempo, nella maggioranza delle esistenze individuali, viene sprecato e speso male, se non malissimo, ovvero viene “ammazzato”, svuotato di ogni senso proprio, sicché è la propria vita ad essere abbruttita ed impoverita, e la persona umana si sente avvilita, inutile, quasi disperata, priva di stimoli, di interessi, di entusiasmo, di voglia di vivere”.
Siamo sempre alla ricerca di tempo. Non ci basta mai. E quando ne abbiamo, molto realisticamente non sappiamo come riempirlo. “Non ho tempo”, “Eh, ad avercelo il tempo!”, “Caspita, mi piacerebbe ma non saprei quando perché non ho un buco di tempo libero”. Luoghi comuni, frasi fatte e preconfezionate, sempre e ovunque. Questo è il contesto di nichilismo e offuscamento attorno al quale viviamo e nel quale il nostro mondo socio-politico ci ha indotto ad esistere. Sembra quasi che noi siamo schiavi del tempo e non che il tempo sia a nostra disposizione. Dobbiamo fare sempre più cose, in modo veloce e spesso senza pensare. Tutto nel tempo trova vita, tutto senza tempo trova morte. Le relazioni, i momenti più belli, le esperienze uniche e autentiche, i sentimenti, i progetti più importanti, i sogni, le speranze, la preghiera. Se non viviamo bene il nostro tempo rischiamo proprio di perdere tutto il positivo che questo riserva.
Le frasi sopra citate di Gandhi, Seneca e Quinto Orazio Flacco, ci devono stimolare e provocare a pensare in modo chiaro e diretto. In oriente il tempo è oro, a tal punto che viene celebrato all’ennesima potenza attraverso il silenzio e la meditazione. Per noi è affanno invece, celebrato attraverso il “fare astratto” e sempre più frenetico. Per i romani l’ozio era la condizione privilegiata di chi era ricco, mentre per i cristiani era il peccato più grave. Insomma, l’invito che traspare da queste righe vuole proprio essere quello di prendere in mano la nostra vita attraverso una diversa concezione de tempo. Sappiamo molto bene che abbiamo a disposizione una sola vita per essere chi vogliamo, e proprio per questo abbiamo in noi la grande missione e il perfetto dovere di non sbagliare. Perché? Perché il tempo che perdiamo non lo recupereremo mai più. Amiamo bene ora, facciamolo! Realizziamo i nostri sogni e le nostre aspettative, rendiamole importanti ora! Sorridiamo, discutiamo, litighiamo, giochiamo, corriamo, SIAMO ora! perché il prima è gia passato, il dopo non spetta a noi deciderlo. Tempo: parola eterna, momento di vita, condizione d’esistenza, realizzazione interiore. Amiamolo, il tempo, e assaporeremo quotidianamente la parte migliore di noi stessi.
“La brutta notizia è che il tempo vola, la buona è che il pilota sei tu” (M. Altshuler)
Per approfondimenti vedi anche: http://www.filosofico.net/tempogarofalo.htm