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L’importanza della filosofia

  “La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile” (Aristotele) Quando parliamo di Filosofia, o di “studio della filosofia”, o ancora quando ci imbattiamo in personaggi denominati “filosofi”, a cosa pensiamo veramente? Quale importanza può avere una nobile e millenaria disciplina […]

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L’estetica-la-filosofia-e-la-verità-dei-libri-1“La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile” (Aristotele)

Quando parliamo di Filosofia, o di “studio della filosofia”, o ancora quando ci imbattiamo in personaggi denominati “filosofi”, a cosa pensiamo veramente? Quale importanza può avere una nobile e millenaria disciplina come questa che ha saputo gettare le basi della cultura occidentale? Beh, la risposta a queste semplici domande può sembrare ovvia, data l’imponente onda d’urto del pensiero debole che scorre velocemente e avvelena lentamente i nostri pensieri odierni. La risposta può essere ovvia se ci fermiamo a un modello di pensiero del tutto “meccanico”, uno stile di vita che non guarda più all’interiorità e all’essenza ma si ferma solamente all’apparenza e all’utilità. Che senso ha, quindi, la filosofia in un mondo sempre più tecnologico, moderno, progressista, artificiale, e aggiungerei anche “senza possibilità di riflessione”? Ha senso. Punto. Su questo non si discute. Perché ha senso? La filosofia ha senso nel momento in cui suscita due delle caratteristiche fondamentali, necessarie e estremamente basilari all’interno del pensiero e della vita di ogni uomo, dal bambino più piccolo fino ad arrivare all’anziano più saggio. Queste due caratteristiche, che si traducono in perfetti “modi” di vivere sono lo STUPORE e la MERAVIGLIA. Senza questi atteggiamenti l’uomo non è nessuno, è un semplice nulla, un atomo privo di vita, un corpo senza anima, una testa senza cervello, un cervello senza neuroni, e così via. Un nulla. Chi non sa stupirsi di fronte alla bellezza e all’originalità della vita, con tutte le sue contraddizioni, non può vivere. Chi non prova un senso di meraviglia che conduce alla curiosità e successivamente alla ricerca, non potrà mai dirsi “uomo di senso”.

Questa presente riflessione non vuole di certo essere una critica né tantomeno un azione di sano proselitismo, sebbene abbia tutti i connotati per esserlo, ma vuole essere semplicemente un approfondimento chiaro e diretto nei confronti di una disciplina che, anche quando non se ne accorge, fa dell’uomo un individuo capace di capire e di cogliere l’essenza di ciò che viAristotle_Altemps_Inv8575ve. Aristotele, uno dei grandi capostipiti della filosofia antica nonché maestro di molti sapienti, si esprime così nei confronti dell’arte filosofica intesa come “bellezza del conoscere”: “Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli altri astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicchè, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercano il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando già c’era pressochè tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. E’ evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa“. (Aristotele, Metafisica I,2,982b).

Sappiamo bene che non è nostra intenzione peccare di presunzione e nemmeno eccedere in superbia, ma l’attenzione che qui si è voluta indirizzare verso la Filosofia vuole essere un grande stimolo per tutti a ripensare e rivedere il giudizio che abbiamo nei confronti di essa. Ogni scienza è importante, ogni disciplina è autonoma e fondamentale per la propria sussistenza, essenza e dimostrazione, e proprio per questo necessita di valorizzazione. Amare la filosofia significa amare ciò che siamo, cioè uomini di cultura. Da qui deriva la bellezza, lo stupore e la meraviglia nel riconoscerci parte di un mondo incredibilmente vero e reale, un mondo meno apparente e superfluo di quel che sembra. D’altronde, consapevolezza e salute sono anche questo. 

Ulteriori spunti di riflessione:

“La meraviglia è propria della natura del filosofo; e la filosofia non si origina altro che dallo stupore”. (Platone)

“Il filosofo non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande”. (Strauss)

“Filosofia significa, in verità, essere in cammino. Le interrogazioni e le domande sono per essa più essenziali delle risposte, e ogni risposta viene nuovamente e continuamente rimessa in questione”. (Karl Jaspers)

“La fonte che alimenta ogni ricerca metafisica è la meraviglia che qualcosa in genere sia, anziché essere nulla”. (Max Scheler)

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