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Malattie sessualmente trasmissibili: un’epidemia silenziosa

Le malattie sessualmente trasmissibili (Mst) sono una realtà medica che non va presa alla leggera, in quanto costituiscono uno dei più seri problemi di salute pubblica in tutto il mondo, Italia compresa. Secondo le stime della WHO (World Health Organization) ogni giorno nel mondo quasi un milione di persone contrae una Mts ed ogni anno circa 500 milioni di persone […]

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Le malattie sessualmente trasmissibili (Mst) sono una realtà medica che non va presa alla leggera, in quanto costituiscono uno dei più seri problemi di salute pubblica in tutto il mondo, Italia compresa. Secondo le stime della WHO (World Health Organization) ogni giorno nel mondo quasi un milione di persone contrae una Mts ed ogni anno circa 500 milioni di persone si ammalano di una delle seguenti infezioni: clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi. E’ prevalentemente interessata la fascia di età compresa tra i 15 ed i 49 anni. Questi calcoli non includono l’infezione del virus dell’immunodeficienza umana (HIV), considerata ormai un’autentica emergenza per l’estensione della sua incidenza e per gli effetti sullo stato di salute e su quello socio-economico di interi Paesi, soprattutto africani.

Quando si pensa alle malattie trasmissibili per via sessuale il pensiero corre subito all’HIV e al virus del papilloma, non tenendo conto che la gamma di malattie (oltre 30) che si può contrarre è molto più vasta. I fattori che favoriscono la diffusione di queste patologie sono numerosi, e particolarmente marcati proprio nelle aree urbane:

  • la maggior mobilità (in grado di consentire viaggi e spostamenti internazionali ed intercontinentali)
  • la tendenza ad avere rapporti sessuali con più partner
  • l’uso di sostanze illegali
  • la prostituzione
  • la struttura anatomica genitale femminile, che favorisce l’insediamento degli agenti patogeni
  • l’immaturità e la maggior ricettività dei tessuti genitali degli adolescenti
  • i deficit immunitari legati a terapie in corso o malattie
  • le infiammazioni genitali, che aumentano a loro volta il rischio di infezione da parte di altri batteri e virus (in particolar modo l’HIV)

 

Uno dei maggiori problemi è l’assenza di sintomi in numerose patologie e lo sviluppo di resistenza ai farmaci (vedi Antimicrobico-resistenza, Antibiotico-resistenza ed Era Post-Antibiotica), in particolar modo nei confronti della gonorrea. D’altro canto la mancata cura di tali malattie comporta lo sviluppo di sequele anche molto importanti.

Malattie sessualmente trasmissibili in Italia

Ricostruire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili non è così scontato, in quanto soltanto 3 di esse hanno la notifica obbligatoria (sifilide, gonorrea e pediculosi del pube). Ciononostante, grazie al sistema di sorveglianza svolto da 48 Centri, dai 95 mila nuovi casi di Mst raccolti fino al 31 dicembre 2004 risulta che più del 90% delle persone che ha contratto un’infezione venerea è eterosessuale, il 40% dei pazienti sono donne, il 15% dei pazienti non è italiano e che un paziente su cinque (21,4%) ha già contratto Mst nel passato. L’andamento di queste infezioni è stabile, eccezion fatta per sifilide e gonorrea, che sono in costante aumento. Questo trend in fase di crescita della sifilide è registrato soprattutto nelle Regioni ad elevata densità urbana come la Lombardia, il Lazio, il Piemonte e l’Emilia Romagna. Altra evidenza da segnalare è l’aumento dell’infezione da Hiv tra i pazienti con un’altra infezione sessualmente trasmissibile in corso.

I dati raccolti dal 1 gennaio 1991 al 31 dicembre 2013 rileva un totale di 103.028 nuovi casi di Mst: il trend di crescita si è verificato dal 2005 al 2013 con un 31,1% rispetto al periodo 1991-2004. Le patologie più frequenti sono risultate essere i condilomi ano-genitali (40.871 casi), la sifilide latente (9190 casi), le cervicovaginiti batteriche (8798 casi) e l’herpes genitale (7860 casi).

Nelle donne, la sifilide primaria e secondaria ha avuto un andamento altalenante: è rimasto stabile fino al 1995, ha mostrato una riduzione fino al 1998 e un successivo aumento di quindici volte tra il 1998 e il 2008. Successivamente si è stabilizzato con una lieve riduzione fino al 2013. Negli uomini, invece, nel 2013 ha presentato un nuovo incremento. Le segnalazioni di cervicite gonococcica sono aumentate negli ultimi anni. Il numero annuo di segnalazioni di condilomi ano-genitali ha raggiunto il picco massimo nel 2013 (il triplo del 2004). L’herpes genitale ha invece raggiunto il picco massimo nel 2011 (il doppio rispetto al 2004) per poi stabilizzarsi. Le segnalazioni di gonorrea sono aumentate di due volte tra il 1999 e il 2006, per poi diminuire lievemente fino al 2013.

La situazione europea

In Europa le infezioni sessualmente trasmissibili sono al secondo posto, dopo quelle respiratorie. Vi è una differente distribuzione tra le Regioni occidentali (dove l’incidenza è in declino) e quelle orientali (in cui si riscontra uno spiccato aumento).

L’attenzione per le malattie sessuali sta tornando sotto i riflettori anche per epidemie importanti, come quella di sifilide che si è verificata in Russia nel 1990 ed ha iniziato a declinare solo verso il 1998, con grande aumento della sifilide congenita, contratta dai feti in gravidanza. Anche la Finlandia, a partire dal 1994, ha conosciuto un considerevole aumento dei casi di sifilide, in gran parte contratta in Russia e in Estonia. L’esportazione dall’Europa dell’est (dove l’incidenza media delle Mst è circa 100 più frequente del resto del continente) a quella occidentale è chiaramente un passo molto breve.

I condilomi acuminati (o verruche genitali, lesioni altamente contagiose dovute al Papillomavirus) sono la malattia di più frequente riscontro, rappresentando un caso su tre di Mst. Con l’introduzione del vaccino contro 4 principali sottotipi di Hpv, due dei quali responsabili del 70% dei casi di carcinoma della cervice dell’utero e gli altri due responsabili dei condilomi acuminati, ci si attende una riduzione del numero di casi, tuttavia sarà necessario del tempo prima che sia possibile riscontrare dei miglioramenti.

La situazione mondiale

La maggior parte delle malattie sessualmente trasmissibili si verifica nell’Asia meridionale e sud-orientale, seguita dall’Africa sahariana e dall’America latina e caraibica. Il peso di queste patologie nelle nazioni in via di sviluppo è tale da costituire una delle prime cinque classi di malattie causa di intervento sanitario: rappresentano un’importante spesa per il sistema sanitario.

Secondo le stime del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute: “L’herpes simplex di tipo 2 è la causa più frequente di ulcere genitali nei Paesi in via di sviluppo. I dati provenienti dalle regioni dell’Africa subsahariana indicano che ne sono affetti il 30-80% delle donne e il 10-50% degli uomini. Nel Sud America la prevalenza è del 20-40% nelle donne, in Asia del 10-30% nella popolazione generale. A conferma del ruolo del virus herpes simplex di tipo 2 nella trasmissione dell’Hiv, in Tanzania, si riscontra la coinfezione nel 74% degli uomini e nel 22% delle donne.”

Negli Stati Uniti cinque tra le prime dieci infezioni per numero di casi sono riferibili alle infezioni sessualmente trasmissibili, di cui quelle più frequenti sono clamidia e gonorrea (si parla rispettivamente di circa 1.100.000 e 355.000 casi nel 2007). Per quanto riguarda l’etnia esistono delle differenze, che vedono sfavoriti gli afro-americani o gli ispanici nel caso di gonorrea e sifilide: in questi casi le donne sono maggiormente esposte alle complicazioni gravi delle Ist, (malattia infiammatoria pelvica e cancro della cervice uterina)

Dato il peso dei costi annuali degli Stati Uniti (15,9 miliardi di dollari) e l’effetto positivo degli investimenti sanitari e delle politiche di sensibilizzazione è chiaro che intervenire e cercare di ridurre la diffusione delle Mts rappresentano un obiettivo fondamentale. Una possibile strategia è quello di produrre nuovi vaccini che siano in grado di contrastarle in quanto, come scritto dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in collaborazione con l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive degli Stati Uniti (Niaid) e l’Istituto nazionale della salute statunitense (Nih), possono essere un utile strumento nei contesti con difficoltà economiche o geografiche. Se la ricerca sta portando all’introduzione di farmaci più efficaci contro certe patologie (come la gonorrea), per altre (come l’Herpes o l’HIV) non esistono ancora terapie efficaci.

Quali sono le malattie sessualmente trasmissibili?

Secondo l’OMS sono oltre 30 i patogeni, tra batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti, resposabili di Mst.

Batteri

  • Neisseria gonorrhoeae (gonorrea o infezione gonococcica)
  • Chlamydia trachomatis (infezioni uro-genitali, anorettali e faringee da clamidia)
  • Chlamydia trachomatis (sierotipi L1, L2, L3) (linfogranuloma venereo)
  • Treponema pallidum (sifilide primaria, secondaria e latente, sifilide neonatale)
  • Haemophilus ducreyi (cancroide o ulcera venerea)
  • Klebsiella (Calymmatobacterium) granulomatis (granuloma inguinale)
  • Gardnerella vaginalis, Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum, Streptococco di gruppo B, Stafilococco aureus(infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali).

 

Virus

  • Virus dell’immunodeficienza umana (infezione da Hiv/Aids)
  • Herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1 (herpes genitale)
  • Papillomavirus umano (Infezione cervicale, condiloma genitale, cancro della cervice uterina, della vulva, della vagina, dell’ano e del pene)
  • Virus dell’epatite B e C (epatite, cirrosi, epatocarcinoma)
  • Citomegalovirus (infezioni a carico di cervello, occhio, apparato gastrointestinale)
  • HHV-8 (sarcoma di Kaposi)
  • Pox virus (mollusco contagioso).

 

Protozoi

  • Trichomonas vaginalis (uretrite e vaginite)

 

Funghi

  • Candida albicans (vulvovaginite nella donna; balanopostite nell’uomo)

 

Ectoparassiti

  • Phtirus pubis (pediculosi del pube)
  • Sarcoptes scabiei (scabbia)

 

Come si trasmettono le malattie sessualmente trasmissibili?

I microrganismi della malattie veneere possono venir trasmessi durante qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) attraverso il contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva). Il sangue può essere causa di trasmissione anche in altre circostanze, quali trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing; purtroppo non sono esenti da rischio nemmeno i trapianti di tessuto o di organi (Hiv, Hbv, Hcv, Sifilide), sebbene gli screening effettuati servano a ridurre al minimo il rischio di tale eventualità. Altra fonte di trasmissione, infine, è il passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento (es. Hiv, virus dell’epatite B, herpes genitale, sifilide, gonorrea, clamidia).

Indicazioni utili alla prevenzione

Cercare di arginare il fenomeno prevenendolo è un obiettivo essenziale per tutelare la salute dei singoli e ridurre le spese sanitarie. Le problematiche correlate alle malattie sessualmente trasmissibili sono numerose:

  • ogni anno vengono contratte da un elevato numero di persone;
  • spesso i soggetti sono asintomatici seppur infetti ed infettanti;
  • i comportamenti sessuali a rischio (rapporti non protetti, rapporti con più partner) espongono particolarmente al contagio
  • le donne e gli adolescenti presentano una maggior vulnerabilità; coloro che presentano deficit immunitari sono particolarmente a rischio
  • le sequele e le complicanze in caso di mancata o errata diagnosi e terapia sono particolarmente gravi e possono condurre alla cronicizzazione della malattia, alla sterilità, alla trasformazione oncogena, alla sinergia con l’infezione da Hiv;

 

Attraverso l’informazione e la conoscenza di quelli che sono i rischi è però possibile prevenire il contagio o favorire il riconoscimento dei segnali di infezione per permettere un rapido inizio della terapia e ridurre così il rischio di complicanze. Anche informare il partner sessuale è un passaggio essenziale.

La cura tempestiva è molto importante anche perché riduce l’infettività del paziente e limita i contagi (breaks the chain of transmission, secondo i dettami dell’Oms).

Sitografia:

 

 

 

 

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